Essere genitore al tempo del Coronavirus
Essere genitore non è per niente semplice e in questo momento di reclusione è diventato ancora più complicato.
Molte famiglie si sono trovate costrette a riorganizzare i loro ritmi e a scendere a compromessi in case spesso troppo piccole per rispondere alle esigenze di tutti. Le routine e le abitudini sono cambiate drasticamente e le ore passate in casa sono aumentate, così come il carico emotivo di quei genitori che devono occuparsi dei figli 24 ore non stop, non potendo al momento contare sull'appoggio dei nonni o di altre figure collaboranti.
Le situazioni che si sono venute a creare sono molteplici (assenza di lavoro, smart working) e molto diverse rispetto al momento del ciclo vitale della famiglia (figli in età prescolare, scolare, adolescenza). In ogni caso è opportuno vivere questo tempo come un'opportunità per recuperare o consolidare i legami familiari. Per riuscirci vi consiglio di parlare coi vostri figli, di coccolarli e di dedicare loro del tempo, quel tempo che spesso è stato negato per esigenze lavorative. Adesso che ne avete la possibilità sfruttatela!
La prima cosa da fare è spiegare cosa sta succedendo con parole semplici e rassicuranti adatte all'età dei bambini: se capiscono come stanno le cose saranno più collaborativi nel rispettare le regole.
Fondamentale in questo periodo è anche stabilire una nuova routine condivisa da tutti i componenti del nucleo familiare; in questo modo si decideranno i momenti di pausa e i momenti di condivisione. Chi ad esempio lavora da casa dovrà spiegare che per un certo periodo di tempo non può essere disturbato e impegnare i figli in attività che possono svolgere in autonomia; se entrambi i genitori lavorano da casa sarà bene - ove possibile- alternarsi.
Per chi ha figli piccoli. In questa fase della vita è importante sperimentare un vasto ventaglio di esperienze diverse per favorire lo sviluppo dei loro processi cognitivi, quindi, non potendo contare su una varietà di ambienti (asili, parco giochi, giardini ecc..) e sulla relazione coi pari, voi genitori dovrete ingegnarvi a creare situazioni di crescita diverse da quelle abituali. Stimolare la creatività del bambino mediante il gioco è dunque prioritario, ma lo è altrettando rispettare i suoi tempi e i suoi momenti di noia. Alternate allora momenti di svago a momenti di coccole così da permettere ai vostri figli di crescere con serenità. Inoltre i bambini di questa età hanno una riserva enorme di energie che devono in qualche modo esternare: se è possibile sfruttate uno spazio all'aperto dove possano correre rispettando le regole, altrimenti sarà possibile farlo attraverso il movimento "casalingo" (balli, salti, ginnastica, capriole, ecc...).
Per chi ha figli in età scolare. È utile alternare momenti in cui i bambini continuano a svolgere il loro dovere facendo i compiti e momenti di svago. Lasciate che possano esprimere liberamente la loro creatività e concedete loro qualche libertà in più: non c'è niente di male se improvvisano una guerra di cuscini tra fratelli o se buttano all'aria la loro cameretta per trasformarla in una capanna nella giungla circondata da animaletti di peluche. A questa età è centrale la socializzazione, quindi il fatto di non poter vedere i compagni di scuola o dello sport potrà generare frustrazione. Rassicurateli mantenendo un costante contatto con i loro amichetti e con i parenti, specialmente i nonni e gli zii di cui potranno sentire la mancanza. Dovrete far fronte a questa mancanza dedicando loro attenzione e tempo, in modo da evitare che si isolino nella loro stanza. Coinvolgeteli nelle attività domestiche, ad esempio cucinando insieme, riordinando gli armadi, piantando dei fiori e cose del genere. Allo stesso modo cercate di tornare voi un pò bambini, sperimentandovi in giochi da tavolo, nel mimo, nei tornei a carte, nel disegno e nel "facciamo finta che...".
Per chi ha figli adolescenti. L'adolescenza per lo più è un periodo terribile sia per i ragazzi che la sperimentano sia per i loro genitori, ma è anche un momento necessario senza il quale non si riesce a raggiungere una vera e propria indipendenza. In questa situazione di reclusione è stato tolto ai ragazzi tutto ciò di cui hanno più bisogno: stare fuori, esplorare e misurarsi con i pari, condividere esperienze ed emozioni, divertirsi. Per lo più noi adulti abbiamo invaso il loro mondo fatto di video, messaggi, social...adesso unico mezzo in grado di garantirci il proseguimento del lavoro e un minimo di contatto sociale, magari fino a poco tempo prima demonizzato o non tollerato. Il compito del genitore sarà allora quello di creare uno spazio relazionale col figlio adolescente, ascoltandolo, capendo la sua rabbia, le ansie e le preoccupazioni e restituendogliele in una forma più digeribile. Aiutatelo a gestire la quotidianeità e a prepararsi al ritorno alla normalità, contenendo le sue emozioni da una parte e creando momenti di condivisione divertenti dall'altra. Cercate di responsabilizzarlo assegnandogli delle mansioni di aiuto in casa facendo leva sul piacere di collaborare e di darsi una mano a vicenda invece che sull'imposizione della regola. Lasciategli anche il suo spazio e i suoi momenti di riflessione solitaria, necessari in questa fase per il raggiungimento di una identità adulta, ma fate comunque attenzione che utilizzi la tecnologia in maniera salutare e con moderazione.
Genitori separati. In questa circostanza valgono le regolamentazioni pattuite nei provvedimenti di separazione e di divorzio, pertanto nessun rapporto con i figli deve essere modificato ad eccezione di esigenze di necessità (ad es. se un genitore è un operatore sanitario e i suoi turni lavorativi hanno subìto delle variazioni) che andranno comunque ridefinite tra gli ex coniugi. Allo stesso tempo ai figli nati da relazioni fuori del matrimonio viene garantito l'accesso a entrambe le figure genitoriali. Tutto ciò, ovviamente, deve però avvenire con estrema prudenza e responsabilità da parte degli adulti; è bene mantenere il diritto di maternità o di paternità anche in una situazione di emergenza ma l'obiettivo primario resta la salvaguardia del minore.
Dott.ssa Elena Biagini | Psicoterapeuta