Riserva cognitiva: il nostro magazzino di energia per la mente
Con lo sviluppo, ma soprattutto con la maturazione cerebrale, si assiste ad una differenziazione interindividuale, per cui alcuni individui sembrano avere maggiori capacità di compensare i danni cerebrali dovuti al normale processo d’invecchiamento o di recuperare funzionalità dopo un trauma o l’insorgenza di una patologia degenerativa.
Ma quali sono i fattori che influenzano la capacità del nostro cervello di “riprendersi” più o meno velocemente?
Alcuni studi hanno mostrato come tale capacità dipenda da quella che possiamo chiamare RISERVA COGNITIVA. La riserva cognitiva può essere definita come quel magazzino di risorse ed energie che il nostro cervello accumula nel tempo e che gli consente di sostenere il danno cerebrale e di mantenere un funzionamento adeguato nel tempo. Davanti allo stesso tipo di perdita neuronale (dovuta al normale invecchiamento, a patologie degenerative croniche o a traumi) due individui simili avranno una diversa capacità di recuperare e mantenere un funzionamento adeguato in base alla maggiore o minore capacità di riserva cognitiva.
Sebbene alcuni elementi siano imputabili alle caratteristiche morfologiche e strutturali proprie del nostro cervello, e che variano da individuo a individuo sulla base di fattori genetici, molta di questa riserva cognitiva è in realtà influenzata da fattori ambientali che possono essere sviluppati e ampliati nel corso della vita.
Uno degli aspetti che influenza la nostra riserva cognitiva è il LIVELLO DI SCOLARITA’. Alcuni studi hanno dimostrato che i fattori educativi e il quoziente intellettivo permettono di gestire più efficacemente i cambiamenti dipendenti dall’età. Ciò non vuol dire che chi non ha una laurea o non sa risolvere un problema di matematica è più soggetto a sviluppare una demenza. Ciò che sembra davvero rilevante è la capacità dell’individuo di essere curioso e aperto alla conoscenza, qualunque essa sia: leggere un buon libro, appassionarsi ad un hobby, rimanere informati sul mondo che ci circonda e altre attività cognitivamente impegnative proteggono il nostro cervello dall’invecchiamento precoce.
Un altro elemento fondamentale per il mantenimento di una buona riserva cognitiva è LA SOCIALITA’. Avere la possibilità di frequentare amici, familiari, colleghi di lavoro ci consente di tenere attivo il nostro cervello, mantenendolo aperto al confronto e alla visione delle possibilità. “Preferisco correre il rischio là fuori sull’oceano, che restare qui a morire su quest’isola passando il resto della mia vita a parlare con un maledetto pallone!!!” (cit. Cast Away)
Tra i fattori maggiormente rilevanti per un buon mantenimento e rafforzamento della nostra riserva cognitiva ma anche per la nostra salute psicofisica, troviamo lo STILE DI VITA e l’ATTIVITA’ FISICA. Attività condotte durante l’infanzia o all’inizio dell’età adulta influenzano la capacità di mantenere e preservare un comportamento funzionalmente adeguato con l’avanzare dell’età. Inoltre una regolare attività fisica risulta avere un ruolo protettivo primario nell’invecchiamento in quanto risulta associata al mantenimento di un livello cognitivo elevato e contribuisce al rallentamento della perdita del tessuto cerebrale. L’attività fisica infatti favorisce meccanismi di plasticità cerebrale che preparano il cervello a codificare le informazioni significative provenienti dall’ambiente, provocando cambiamenti funzionali che rinforzano la struttura e la trasmissione neuronale e attivano meccanismi che proteggono il cervello da eventuali danni.
Infine, ma non meno importante risulta essere il fattore legato al TRAINING COGNITIVO. Quando parliamo di training cognitivi ci riferiamo a tutte quelle attività di potenziamento delle abilità cognitive (percorsi specifici per rafforzare memoria, attenzione, linguaggio e tutti gli altri domini) e che giocano un ruolo fondamentale nel rafforzamento della riserva cognitiva. Questi training vengono sviluppati e svolti da professionisti della riabilitazione cognitiva e sono solitamente utilizzati in tutte quelle situazioni in cui la persona si trova a dovere affrontare una riorganizzazione cerebrale a causa di un danno, legato a patologie degenerative o a eventi di natura traumatica. Negli ultimi anni, però, alcuni studi hanno dimostrato un aumento dell’attività cerebrale delle aree associate all’abilità allenata, con un’influenza anche sulle aree circostanti e sulle connessioni con aree più distanti del cervello, anche in persone senza alcun danno, favorendo così un potenziamento neuronale che aumenta la nostra riserva cognitiva e che consente al nostro cervello di resistere meglio all’invecchiamento e agli eventi traumatici.
La riserva cognitiva appare quindi una grande risorsa per la nostra salute mentale ma, per favorirne il mantenimento e il potenziamento, è necessario attuare alcuni comportamenti protettivi ai quali spesso, a causa dei nostri impegni quotidiani, non facciamo molta attenzione.
Dott.ssa Ilenia Zilio | Psicologa
Chicherio C., Ludwing C., Borella E., La capacità di riserva – cerebrale e cognitiva – nell’invecchiamento cognitivo